Tuesday, April 6, 2010

Sostiene Pereira, che... -- Antonio Tabucchi

"Il dottor Cardoso venne sul bordo della vasca e cominciò a dargli delle istruzioni. Muova le braccia come se facesse degli esercizi ginnici, gli disse, e con le alghe si massaggi il ventre e il petto. Pereira eseguì compuntamente le istruzioni finché non senti che aveva il fiato corto. Allora si fermò, con l'acqua fino al collo, e si mise a agitare le mani, lentamente.
Come ha dormito stanotte?. gli chiese il dottor Cardoso.
Bene, rispose Pereira, però ho letto fino a tardi, ho con me un libro di Alpbonse Daudet, le piace Daudet?
Lo conosco male, confessò il dottor Cardoso.
Ho pensato di tradurre un racconto dei Contes du lundi, vorrei pubblicarlo sul "Lisboa", disse Pereira.
Me lo racconti, disse il dottor Cardoso.
Beh, disse Pereira si chiama La dernière classe, parla di un maestro di un villaggio francese in Alsazia, i suoi allievi sono figli di contadini, poveri ragazzi che devono lavorare nei campi e che disertano le lezioni, e il maestro è disperato.
Pereira fece qualche passo in avanti in modo che l'acqua non gli entrasse in bocca.
E infine, continuò, si arriva all'ultimo giorno di scuola, la guerra franco-prussiana è finita, il maestro aspetta senza speranza che arrivi qualche allievo, e invece arrivano tutti gli uomini del paese, contadini, i vecchi del villaggio, che vengono a rendere omaggio al maestro francese in partenza, perché sanno che l'indomani il loro suolo sarà occupato dai tedeschi, allora il maestro scrive sulla lavagna "Viva la Francia", e se ne va così, con le lacrime agli occhi, lasciando nell'aula una grande commozione.
Pereira si tolse due lunghe alghe dalle braccia e chiese: che ne dice, dottor Cardoso?
Bello, rispose i1 dottor Cardoso, ma non so se oggi in Portogallo sarà apprezzato leggere "Viva la Francia", visto i tempi che corrono, chissà che lei non stia dando spazio al suo nuovo io egemone, dottor Pereira, mi pare di intravedere un nuovo io egemone.
Ma che dice, dottor Cardoso, disse Pereira, questo è un racconto dell'Ottocento, è acqua passata.
Sì, disse il dottor Cardoso, ma anche così è pur sempre un racconto contro la Germania, e la Germania non si tocca in un paese come il nostro, ha visto come è stato imposto il saluto alle manifestazioni ufficiali, salutano tutti con il braccio teso, come i nazisti.
Vedremo, disse Pereira, però il "Lisboa" è un giornale indipendente.
E poi chiese: posso uscire?
Ancora dieci minuti, replicò il dottor Cardoso, visto che c'è ci resti e faccia il tempo completo della terapia, ma mi scusi, cosa vuol dire un giornale indipendente in Portogallo?
Un giornale che non è legato a nessun movimento politico, rispose Pereira.
Può essere, disse il dottor Cardoso, ma il direttore del suo giornale, caro dottor Pereira, è un personaggio del regime, appare in tutte le manifestazioni ufficiali, e come tende il braccio, sembra che voglia lanciarlo come un giavellotto.
Questo è vero, ammise Pereira, ma in fondo non è una cattiva persona, e per quanto riguarda la pagina culturale mi ha lasciato pieni poteri.
E' comodo, obiettò il dottor Cardoso, tanto c'è la censura preventiva, tutti i giorni, prima di uscire, le bozze del suo giornale passano attraverso l'imprimatur della censura preventiva, e se c'è qualcosa che non va stia pur tranquillo che non viene pubblicato, magari lasciano uno spazio bianco, mi è già capitato di vedere i giornali portoghesi con degli ampi spazi bianchi, fanno una grande rabbia e una grande malinconia.
Capisco, disse Pereira, li ho già visti anch'io, però al "Lisboa" non è ancora successo.
Può succedere, replicò con tono scherzoso il dottor Cardoso, questo dipenderà dall'io egemone che prenderà il sopravvento sulla sua confederazione di anime."

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