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Monday, June 16, 2014
Sunday, January 22, 2012
Antonio tabucchi - Il gioco del rovescio

Entrando in Portogallo - Entrando en Portugal
"Il treno era fermo, dal finestrino si vedevano le luci della cittadina di frontiera, il mio compagno di viaggio aveva il volto sorpreso e scomposto di chi è svegliato improvvisamente dalla luce, il poliziotto sfogliò attentamete il mio passaporto, viene spesso nel nostro paese, disse, cosa ci trova ditanto interessante? (...)"
Passaggio in italiano

"El tren se había detenido, por la ventanilla se veían las luces de la pequeña ciudad fronteriza, mi compañero de viaje mostraba el rostro sorprendido y molesto de quien se despierta bruscamente por la luz, el policía hojeó atentatmente mi passaporte, viene a menudo a nuestro país, dijo, ¿qué le encuentra de interessante? (...)"
Fragmento de texto en Español
Entrando in Portogallo... qui:
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Antonio Tabucchi,
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Wednesday, September 1, 2010
Antonio Tabucchi - Il gioco del rovescio
"Dalla finestra arrivò il suono di una sirena, forse una nave che entrava in porto, e immediatamente sentii un enorme desiderio di essere uno di quei passeggeri di quella nave, di entrare nel porto di una città sconosciuta che si chiamava Lisbona e di dover chiamare al telefono una donna sconosciuta per dirle che era uscita una nuova traduzione di Fernando Pessoa, e quella donna si chiamava Maria do Carmo, sarebbe venuta alla libreria Bertrand indossando un vestito giallo, amava il fado e i piatti sefarditi, e io sapevo già tutto questo, ma quel passeggero che ero io e che guardava Lisbona dal parapetto della nave non lo sapeva ancora e tutto sarebbe stato per lui nuovo e identico. E questa era Saudade (...)"
["Da janela chegou o som de uma sirene, talvez um navio que entrava no porto, e imediatamente senti um desejo enorme de ser um dos passageiros daquele navio, de entrar no porto de uma cidade desconhecida que se chamava Lisboa e de ter que chamar por telefone a uma mulher desconhecida para dizer-lhe que havia saído uma nova tradução de Fernando Pessoa, e aquela mulher se chamaria Maria do Carmo, iria à livraria Bertrand usando um vestido amarelo, adorava o fado e os pratos sefarditas, e eu já sabia tudo isso, mas aquele passageiro que era eu e que contemplava Lisboa do convés do navio ainda não sabia e para ele tudo iria ser novo e idêntico. E isso era saudade" (...)]
Translation: Iran
Translation: Iran
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Antonio Tabucchi,
Portugal
Antonio Tabucchi - El Juego del Revés
"De la ventana llegó el sonido de una sirena, tal vez un barco que entraba en el puerto, e inmediatamente sentí un inmenso deseo de ser uno de los pasajeros de aquel barco, de entrar en el puerto de una ciudade desconocida que se llamaba Lisboa y de tener que llamar ppor teléfono a una mujer desconocida para decirle que había salido una nueva traducción de Fernando Pessoa, y aquella mujer se llamaba Maria do Carmo, iría a la librería Bertrand llevando un vestido amarillo, le gustaban los fados y los platos sefarditas, y yo todo esto ya lo sabía, pero aquel pasajero que era yo y que contemplaba Lisboa desde la barandilla del barco todavía no lo sabía y para él todo iba a ser nuevo e idéntico. Y esto era Saudade (...)"
"From the window came the sound of a siren. Perhaps a ship had entered the harbor. Immediately I felt an immense desire to be one of the passengers on that shop, to enter the harbor of an unknown city called Lisbon, and to have to telephone an unknown woman to tell her that a new translation of Fernando Pessoa had come out, and that woman was called Maria do Carmo. She would come to Bertrand's Bookstore wearing a yellow dress, she loved the fado and Sephardic food, and I already knew all this. But that passenger, who was I and who was gazing at Lisbon from the deck of the shop, did not know it yet, and evertything would be identical and new for him. And this was saudade (...)"
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Antonio Tabucchi,
Portugal
Tuesday, April 6, 2010
Sostiene Pereira, che... -- Antonio Tabucchi
"Il dottor Cardoso venne sul bordo della vasca e cominciò a dargli delle istruzioni. Muova le braccia come se facesse degli esercizi ginnici, gli disse, e con le alghe si massaggi il ventre e il petto. Pereira eseguì compuntamente le istruzioni finché non senti che aveva il fiato corto. Allora si fermò, con l'acqua fino al collo, e si mise a agitare le mani, lentamente.
Come ha dormito stanotte?. gli chiese il dottor Cardoso.
Bene, rispose Pereira, però ho letto fino a tardi, ho con me un libro di Alpbonse Daudet, le piace Daudet?
Lo conosco male, confessò il dottor Cardoso.
Ho pensato di tradurre un racconto dei Contes du lundi, vorrei pubblicarlo sul "Lisboa", disse Pereira.
Me lo racconti, disse il dottor Cardoso.
Beh, disse Pereira si chiama La dernière classe, parla di un maestro di un villaggio francese in Alsazia, i suoi allievi sono figli di contadini, poveri ragazzi che devono lavorare nei campi e che disertano le lezioni, e il maestro è disperato.
Pereira fece qualche passo in avanti in modo che l'acqua non gli entrasse in bocca.
E infine, continuò, si arriva all'ultimo giorno di scuola, la guerra franco-prussiana è finita, il maestro aspetta senza speranza che arrivi qualche allievo, e invece arrivano tutti gli uomini del paese, contadini, i vecchi del villaggio, che vengono a rendere omaggio al maestro francese in partenza, perché sanno che l'indomani il loro suolo sarà occupato dai tedeschi, allora il maestro scrive sulla lavagna "Viva la Francia", e se ne va così, con le lacrime agli occhi, lasciando nell'aula una grande commozione.
Pereira si tolse due lunghe alghe dalle braccia e chiese: che ne dice, dottor Cardoso?
Bello, rispose i1 dottor Cardoso, ma non so se oggi in Portogallo sarà apprezzato leggere "Viva la Francia", visto i tempi che corrono, chissà che lei non stia dando spazio al suo nuovo io egemone, dottor Pereira, mi pare di intravedere un nuovo io egemone.
Ma che dice, dottor Cardoso, disse Pereira, questo è un racconto dell'Ottocento, è acqua passata.
Sì, disse il dottor Cardoso, ma anche così è pur sempre un racconto contro la Germania, e la Germania non si tocca in un paese come il nostro, ha visto come è stato imposto il saluto alle manifestazioni ufficiali, salutano tutti con il braccio teso, come i nazisti.
Vedremo, disse Pereira, però il "Lisboa" è un giornale indipendente.
E poi chiese: posso uscire?
Ancora dieci minuti, replicò il dottor Cardoso, visto che c'è ci resti e faccia il tempo completo della terapia, ma mi scusi, cosa vuol dire un giornale indipendente in Portogallo?
Un giornale che non è legato a nessun movimento politico, rispose Pereira.
Può essere, disse il dottor Cardoso, ma il direttore del suo giornale, caro dottor Pereira, è un personaggio del regime, appare in tutte le manifestazioni ufficiali, e come tende il braccio, sembra che voglia lanciarlo come un giavellotto.
Questo è vero, ammise Pereira, ma in fondo non è una cattiva persona, e per quanto riguarda la pagina culturale mi ha lasciato pieni poteri.
E' comodo, obiettò il dottor Cardoso, tanto c'è la censura preventiva, tutti i giorni, prima di uscire, le bozze del suo giornale passano attraverso l'imprimatur della censura preventiva, e se c'è qualcosa che non va stia pur tranquillo che non viene pubblicato, magari lasciano uno spazio bianco, mi è già capitato di vedere i giornali portoghesi con degli ampi spazi bianchi, fanno una grande rabbia e una grande malinconia.
Capisco, disse Pereira, li ho già visti anch'io, però al "Lisboa" non è ancora successo.
Può succedere, replicò con tono scherzoso il dottor Cardoso, questo dipenderà dall'io egemone che prenderà il sopravvento sulla sua confederazione di anime."
Come ha dormito stanotte?. gli chiese il dottor Cardoso.
Bene, rispose Pereira, però ho letto fino a tardi, ho con me un libro di Alpbonse Daudet, le piace Daudet?
Lo conosco male, confessò il dottor Cardoso.
Ho pensato di tradurre un racconto dei Contes du lundi, vorrei pubblicarlo sul "Lisboa", disse Pereira.
Me lo racconti, disse il dottor Cardoso.
Beh, disse Pereira si chiama La dernière classe, parla di un maestro di un villaggio francese in Alsazia, i suoi allievi sono figli di contadini, poveri ragazzi che devono lavorare nei campi e che disertano le lezioni, e il maestro è disperato.
Pereira fece qualche passo in avanti in modo che l'acqua non gli entrasse in bocca.
E infine, continuò, si arriva all'ultimo giorno di scuola, la guerra franco-prussiana è finita, il maestro aspetta senza speranza che arrivi qualche allievo, e invece arrivano tutti gli uomini del paese, contadini, i vecchi del villaggio, che vengono a rendere omaggio al maestro francese in partenza, perché sanno che l'indomani il loro suolo sarà occupato dai tedeschi, allora il maestro scrive sulla lavagna "Viva la Francia", e se ne va così, con le lacrime agli occhi, lasciando nell'aula una grande commozione.
Pereira si tolse due lunghe alghe dalle braccia e chiese: che ne dice, dottor Cardoso?
Bello, rispose i1 dottor Cardoso, ma non so se oggi in Portogallo sarà apprezzato leggere "Viva la Francia", visto i tempi che corrono, chissà che lei non stia dando spazio al suo nuovo io egemone, dottor Pereira, mi pare di intravedere un nuovo io egemone.
Ma che dice, dottor Cardoso, disse Pereira, questo è un racconto dell'Ottocento, è acqua passata.
Sì, disse il dottor Cardoso, ma anche così è pur sempre un racconto contro la Germania, e la Germania non si tocca in un paese come il nostro, ha visto come è stato imposto il saluto alle manifestazioni ufficiali, salutano tutti con il braccio teso, come i nazisti.
Vedremo, disse Pereira, però il "Lisboa" è un giornale indipendente.
E poi chiese: posso uscire?
Ancora dieci minuti, replicò il dottor Cardoso, visto che c'è ci resti e faccia il tempo completo della terapia, ma mi scusi, cosa vuol dire un giornale indipendente in Portogallo?
Un giornale che non è legato a nessun movimento politico, rispose Pereira.
Può essere, disse il dottor Cardoso, ma il direttore del suo giornale, caro dottor Pereira, è un personaggio del regime, appare in tutte le manifestazioni ufficiali, e come tende il braccio, sembra che voglia lanciarlo come un giavellotto.
Questo è vero, ammise Pereira, ma in fondo non è una cattiva persona, e per quanto riguarda la pagina culturale mi ha lasciato pieni poteri.
E' comodo, obiettò il dottor Cardoso, tanto c'è la censura preventiva, tutti i giorni, prima di uscire, le bozze del suo giornale passano attraverso l'imprimatur della censura preventiva, e se c'è qualcosa che non va stia pur tranquillo che non viene pubblicato, magari lasciano uno spazio bianco, mi è già capitato di vedere i giornali portoghesi con degli ampi spazi bianchi, fanno una grande rabbia e una grande malinconia.
Capisco, disse Pereira, li ho già visti anch'io, però al "Lisboa" non è ancora successo.
Può succedere, replicò con tono scherzoso il dottor Cardoso, questo dipenderà dall'io egemone che prenderà il sopravvento sulla sua confederazione di anime."
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